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Outbound significato: comparazione tra filosofie di marketing

11 ago , 2022 | 4 minuti

Comunicazione push e outbound sono concetti legati ad un modo di fare marketing ormai poco efficiente e poco efficace.

L’inbound marketing rappresenta il presente e il futuro del business, tuttavia, molte aziende restano fedeli a metodi più classici per l’acquisizione di contatti o clienti. Perché? Ne vale davvero la pena?

 

INDICE DEGLI ARGOMENTI:

Outbound significato

 

Con il termine Outbound si identificano quelle tecniche di marketing basate sull’invio di messaggi e comunicazioni promozionali direttamente ai potenziali clienti ricorrendo ad attività come fiere, seminari o chiamate commerciali a freddo.

 

Attività di questo tipo sono comunemente inquadrate come comunicazioni push: è l’azienda che promuove prodotti e servizi rivolgendosi direttamente al largo pubblico che però potrebbe non essere perfettamente a target, non conoscere il brand o addirittura non essere interessato alla comunicazione proposta.

 

Inbound significato

 

L'Inbound marketing è un approccio al marketing strategico basato sulla creazione di contenuti ad hoc sviluppati per attirare l'attenzione dei possibili clienti (buyer persona), suscitare il loro interesse per l'azienda e per i prodotti o servizi che vendi.

 

Attirare è proprio la parola chiave in questa definizione, nonché la prima delle 3 fasi irrinunciabili in una strategia di inbound marketing (Attirare, Convertire e Deliziare).

 

Vuoi approfondire subito le 3 fasi dell’inbound? Scarica la guida.

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Fare Inbound marketing significa non assillare gli utenti per vendere qualcosa, ma fare in modo che siano essi stessi a trovarti, che siano loro a desiderare i tuoi prodotti e servizi, che siano loro a fare una prima mossa verso di te dimostrando un interesse ciò che puoi offrire loro (comunicazione pull).

 

I limiti dell’Outbound

Fare outbound marketing è un po’ come gettare un’esca in acqua sperando che qualche pesce abbocchi: a volte non si prende niente, altre volte si prende qualcosa ma a fronte di uno sforzo eccessivo rispetto al risultato ottenuto.

Fare outbound spesso si rivela costoso (sia in termini di risorse impiegate che di tempo dedicato) ma soprattutto non garantisce un buon ritorno sull’investimento.

Il basso ROI è dovuto essenzialmente al fatto che le persone al giorno d’oggi sono sature e stanche di informazioni pubblicitarie e commerciali. La comunicazione tradizionale è troppo invasiva e generalizzata e ciò spinge il pubblico ad evitarla, ad esempio bloccando certi annunci sponsorizzati online o numeri di telefono di call center aggressivi.

In più, dato che molte attività outbound si svolgono offline (come ad esempio le fiere), diventa anche difficile, se non impossibile misurare risultati, calcolare costi in maniera precisa e tirar fuori un ROI preciso.

Attenzione: non confondere l’outbound con il marketing tradizionale offline (pubblicità in tv, 4P del marketing, call center ecc.).

Come si evince dalle definizioni date prima, la differenza tra inbound e outbound sta in “chi cerca chi”. Nella comunicazione push è l’azienda a fare il primo passo e tecnicamente lo può fare anche con mezzi di comunicazione online (come ad esempio con annunci sponsorizzati su rete display) Di per sé non è che la comunicazione push sia sbagliata, solo che non è sufficiente e abbastanza efficiente.

Oggi le aziende sfruttano ambienti digitali per avvicinarsi ai possibili clienti con tecniche outbound, ma non per questo le strategie messe in piedi sono da ritenersi valide.

Ad esempio, può succedere che certe aziende (specie quelle di servizi che operano nel B2B) ricorrano a internet o ai social media per individuare potenziali clienti cui proporsi con la propria offerta, casomai personalizzandola sulla base del profilo specifico estrapolato in fase di indagine.

Operando in questo modo di sicuro si ha il vantaggio di non pescare nel mucchio e focalizzare gli sforzi su aziende potenzialmente interessate. Tuttavia, restano alcuni limiti, tra i quali il fatto che il primo contatto con queste aziende sarà subito di natura commerciale e soprattutto che il contatto sarà freddo.

Che si tratti di un messaggio sui social, di una email o di una chiamata telefonica, bisogna partire dal presupposto che l’interlocutore potrebbe non conoscere il nostro brand, ne tantomeno essere interessato alla nostra offerta.

In questo scenario lo sforzo del team commerciale è notevole e tale da richiedere personale dedicato solo a queto tipo di attività, fermo restando che le probabilità di chiudere con una vendita è molto bassa.

I vantaggi dell’Inbound

L’inbound marketing invece presenta molteplici vantaggi:

È misurabile, anche in tempo reale

Fare inbound, supportati da software specifici e CRM come quello di HubSpot, permette all'istante di raccogliere dati sulle attività di marketing svolte, misurarne i risultati, stilare report dettagliati e utilizzare le informazioni elaborate per rivedere e migliorare la strategia adottata.

Semplifica la definizione degli obiettivi aziendali

Controllando e analizzando i dati diventa più semplice anche stabilire degli obiettivi chiari e raggiungibili. Tutto ciò si traduce anche nella possibilità di prendere decisioni velocemente su quali attività convenga portare avanti nel tempo e quali no.

Si concentra solo su persone davvero interessate

Anziché pescare nel mucchio, con l’inbound gli sforzi sono concentrati solo sui clienti tipo, quello che statisticamente ha più probabilità di acquistare. Meglio un bacino di utenti più ristretto ma più interessato piuttosto che un mare di persone quasi del tutto disinteressate!

Ottimizza budget, risorse e tempi

La diretta conseguenza dei primi due punti è che ogni risorsa messa a disposizione per la comunicazione è ottimizzata e che il ROI sarà di certo molto più alto.

È di supporto anche ai commerciali

Lo scopo dell’inbound è quello di attirare potenziali clienti e avvicinarli all’acquisto finale. In quest’ottica, e ricorrendo anche ad un CRM, si forniscono ai commerciali importanti informazioni sui contatti, in modo da facilitare le trattative e aumentare le possibilità di chiusura.

Converti più Lead e chiudi più vendite

Grazie all'inbound marketing attiri traffico qualificato, grazie alle CTA più opportune converti questo traffico in contatti qualificati e con le giuste attività di nurturing arrivi infine a trasformare i contatti in clienti!

Risorse Blog

Leggi dal nostro Blog altri approfondimenti sull'inbound marketing e HubSpot:

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Lorenzo Dalla Dea

Content Manager & Inbound Specialist. Affianco l’ArchiTeam curando i contenuti online dei nostri clienti, ottimizzandoli sul piano SEO e senza dimenticare che dall’altra parte dello schermo c’è sempre una persona che ha bisogno di essere informata.
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