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L’impatto del Search Generative Experience SGE sul traffico organico

24 mag , 2024 | 4 minuti

La Search Generative Experience (SGE) è una delle più recenti innovazioni introdotte da Google ed è una funzione che integra Intelligenza Artificiale con la ricerca Google e mira a fornire agli utenti risposte più complete e informative.

Al momento le SERP costruite in SGE sono mostrate negli Stati Uniti in versione beta. È quindi il caso di fare una riflessione sugli effetti, possibili e registrati fino ad ora oltre oceano, anche in vista di una release nel nostro paese.

 

Search Generative Experience SGE: la combinazione tra AI e ricerca Google

L’AI generativa, una branca dell’intelligenza artificiale, sta trasformando profondamente l’esperienza di ricerca degli utenti e il modo in cui i risultati di ricerca vengono visualizzati.

Di fatto, se in passato le ricerche erano strettamente collegate alle parole chiave digitate come query, con risultati generici per tutti gli utenti, oggi, con intelligenza artificiale e machine laerning, Google è in grado di comprendere meglio le intenzioni di ognuno e offrire risultati più pertinenti, unici e istantanei.

Grazie alla SGE, è possibile quindi che in SERP compaia uno snippet strutturato, analogo a quelli dei risultati zero, ma con informazioni testuali molto più discorsive e generate in A.I. combinando contenuti provenienti da diverse fonti autorevoli. Correlati al testo ci sono poi link alle fonti e suggerimenti con ulteriori approfondimenti correlati sul tema.

L'idea è che Google riesca a rispondere alle domande degli utenti evitando loro di fare click su più link o digitare una nuova query per trovare ciò che stanno cercando.

Che conseguenze può avere tutto ciò sulle attività di marketing e SEO delle aziende?

 

Che effetto può avere la SGE sul traffico organico?

Ci sono delle considerazioni da fare rispetto all’introduzione della SGE come funzionalità delle ricerche di Google.

Come anticipato prima, l’obiettivo della Search Generative Experience è quello di fornire già in SEPR tutte le informazioni richieste dall’utente con la sua ricerca. A rigor di logica, quindi, ci si potrebbe aspettare un calo del traffico organico, dal momento che verrebbe meno la necessità di cliccare sui link organici e accedere alle varie pagine.

Tutto ciò costituisce un limite invalicabile per le aziende? Direi di no e a sostegno della mia risposta riporto alcune informazioni aggiuntive.

Per i contenuti di tipo transazionale il problema non si pone proprio

Come prima rassicurazione posso già affermare che l’eventuale penalizzazione di traffico dovrebbe interessare più i contenuti con search intent informazionale.

Come già avviene per gli snippet strutturati, se la richiesta dell’utente prevede definizioni, elenchi puntati e risposte secche, questo tipo di informazioni possono essere mostrate direttamente in SERP. Laddove invece la query fosse transazionale o navigazionale sia richiesta un’azione in più da parte dell’utente (come, ad esempio, per procedere all’acquisto o per compilare un form contatti) l’atterraggio sulla pagina di destinazione sarà comunque necessario.

In tal senso ragionare bene sulle call to action rappresenta la nostra arma migliore sia per favorire le conversioni, ma anche per incentivare i click sul nostro sito.

Completezza e correttezza dei contenuti potrebbero essere premianti

In secondo luogo, anche per le ricerche di tipo informazionale, c’è da dire che non sempre lo snippet in SGE può comparire in SERP. Ciò avviene, ad esempio, per tematiche off limits come quelle medical, finanziarie o per altri argomenti sensibili. Per questo genere di richieste Google si rifiuta proprio di rispondere in AI.

In più, proprio in virtù del fatto che i risultati sono riprodotti in modo istantaneo dall’Intelligenza Artificiale, Google ci tiene ad aggiungere una dichiarazione di non responsabilità sui risultati SGE visualizzati.

Chi già usa Chat GPT sa bene che l’AI nel content è d’aiuto, ma non del tutto affidabile, poiché i contenuti generati in automatico potrebbero riportare informazioni distorte o prese da fonti non attendibili… Lo stesso vale per Google (almeno allo stato attuale degli algoritmi). Tra lo sbilanciarsi sulla correttezza dei contenuti AI e lasciare che siano i singoli siti a prendersene la responsabilità, la seconda opzione è di certo la più sicura per Big G.

Ciò significa che, piuttosto che “sbagliare”, Google preferirà non rispondere o di rispondere “con riserva” (con la dichiarazione di non responsabilità) e in entrambi i casi all’utente non resterà che fare click sul risultato organico per avere tutti i dettagli e giudicare lui stesso l’utilità delle informazioni.

La keyword research resterà fondamentale

La ricerca di parole chiave al fine di ottimizzare la visibilità all’interno delle risposte fornite in SGE resterà fondamentale e, a maggior ragione, lo sarà per favorire le visite organiche alle tue pagine web con un piano editoriale blog ben congegnato.

Sempre a proposito di keyword, ciò che può davvero evolvere dopo l’introduzione della Search Generative Experience riguarda le query di ricerca degli utenti che potrebbero diventare sempre più lunghe, complesse e specifiche (ben oltre il ben noto concetto di long tail keyword) e più simili ad un prompt utilizzabile con chat GPT per sviluppare del testo con le caratteristiche desiderate.

 

Cosa dicono gli altri esperti SEO?

Dunque, l’arrivo della SGE non stravolgerà le strategie SEO, ma potrà certamente influenzare la capacità di ottenere click nonostante il posizionamento dei contenuti tra i primi risultati di ricerca.

Sarà necessario adattarsi e confrontarsi con le nuove sfide ma senza spaventarsi perché la SGE continuerà a premiare quei contenuti caratterizzati da fattori ed elementi che sono già al centro delle strategie SEO di successo (parole chiave idonee, contenuti di qualità, autorevolezza generale del sito…), massimizzando così la possibilità di comparire nel box generativo e attirare un maggior numero di click.

La maggior parte degli analisti web e SEO è ottimista sui cambiamenti che l’AI generativa potrebbe apportare ai motori di ricerca e al traffico web. In questo senso, i professionisti del marketing, adottando un approccio proattivo allo sviluppo, dovranno concentrarsi sulla creazione di contenuti di alta qualità che rispondano alle domande degli utenti in modo chiaro e conciso.

 

L’arrivo in Italia della SGE

La Search Generative Experience (SGE) è una novità che Google sta sperimentando, prima che in ogni altro luogo, negli Stati Uniti. Con l’introduzione delle panoramiche AI di Search Labs nelle pagine di ricerca generali gli utenti riceveranno risposte dettagliate a domande complesse, nonché assistenza per la pianificazione di diversi aspetti della vita.

In Italia, Google non ha ancora annunciato date per l’introduzione di SGE e quindi dovremmo aspettare ancora per vederlo sulle nostre SERP.

 

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Roberta Paulon

Content Manager & Inbound Specialist, Giornalista professionista, laureata in Lettere Moderne all'Università di Ferrara. Il mio mondo è fatto di parole: cerco le migliori per elaborare in modo creativo, originale e professionale i progetti comunicativi.
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