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Legge intelligenza artificiale 132/2025: linee d’indirizzo per le aziende  

Scritto da Cristiano Pastorello | Oct 2, 2025 8:30:00 AM

Legge intelligenza artificiale: entrano in vigore alcune prescrizioni della Legge 23 settembre 2025, n. 132 (“Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”). La novità non è di poco conto: la legge rappresenta il primo tentativo organico dell’Italia di dotarsi di una disciplina nazionale sull’IA, inserendosi all’interno del quadro delineato dall’AI Act europeo, senza tuttavia limitarsi a recepire passivamente i principi comunitari.

 

Legge Intelligenza Artificiale: i Principi

Una caratteristica fondamentale della L. 132/2025 è la sua natura “quadrista”: contiene principi e linee guida generali, ma lascia al Governo il compito di definire i dettagli tecnici attraverso decreti legislativi entro dodici mesi dall’entrata in vigore.

Questo doppio livello – principi generali e deleghe tecniche – ha vantaggi e rischi. Da un lato consente di introdurre subito un assetto normativo nazionale, dall’altro rinvia alle fasi successive la regolamentazione operativa delle parti più complesse: la definizione dei criteri di adeguamento per professionisti e aziende.

La legge 132/2025 non si pone in sostituzione dell’AI Act europeo (Regolamento (UE) 2024/1689), ma come complemento e armonizzazione nel contesto italiano: i sistemi IA e i relativi obblighi continueranno a seguire la classificazione basata sul rischio prevista dal Regolamento Europeo, mentre la legge nazionale interviene in settori specifici e definisce garanzie aggiuntive.

Questo è il principio centrale della legge sull’intelligenza artificiale: l’innovazione è incoraggiata, ma non a scapito della discrezionalità, del giudizio umano e della responsabilità del professionista e dell’azienda.

 

Ambiti di Applicazione della Legge sull’IA 132/2025

La legge prende in considerazione vari ambiti strategici:

  • Sanità e professioni intellettuali: l’IA può essere utilizzata come supporto, ma la decisione finale rimane in capo al professionista.
  • Pubblica amministrazione e giustizia: l’IA può essere impiegata per funzioni organizzative, gestionali o di ricerca, ma è vietato che decida autonomamente su questioni giurisdizionali.
  • Ambito lavorativo: il legislatore stabilisce che l’IA nel lavoro deve rispettare dignità, trasparenza, sicurezza e non discriminare.
  • Penale e diritto d’autore: la legge introduce il reato di diffusione illecita di deepfake e aggravanti per reati commessi con l’ausilio di IA; estende la tutela d’autore anche alle opere realizzate con il contributo dell’IA (purché vi sia apporto intellettuale umano). Tuttavia, la legge dovrà confrontarsi con questioni complesse: come definire il confine tra “supporto strumentale” e “decisione automatizzata”? Come stabilire la responsabilità civile in caso di errore algoritmico? E come rendere operative le garanzie di trasparenza e non discriminazione nella pratica?

 

Garanzie per Cittadini e Clienti

La legge afferma una serie di principi cardine che devono essere rispettati da tutti gli operatori:

  • Responsabilità umana e divieto di decisione automatica: l’IA non può sostituire il giudizio del professionista, che non potrà “nascondersi” dietro l’output dell’algoritmo.
  • Trasparenza e conoscibilità: il cliente ha diritto a sapere se è stato impiegato un sistema IA, e a conoscere in linguaggio comprensibile la logica e i criteri usati.
  • Non discriminazione algoritmica: è vietato utilizzare sistemi che possano introdurre bias basati su sesso, etnia, orientamento, condizioni sociali o personali.
  • Proporzionalità e logicità: l’uso dell’IA deve essere giustificato, mirato e coerente rispetto allo scopo perseguito, non uno strumento di esplorazione senza motivo.

Questi principi si pongono come barriere contro un’applicazione indiscriminata dell’IA e rappresentano il cuore etico della normativa.

 

Penalità, Reato di Deepfake e Tutela del Diritto d’Autore

Una delle peculiarità più rilevanti della legge è la trasversalità con le questioni di diritto penale: è introdotto l’articolo 612-quater nel Codice Penale, che sanziona la diffusione illecita di immagini, video o voci falsificati mediante IA, quando ciò causi un danno ingiusto. Il reato è punito con pena da 1 a 5 anni.

Sul fronte del diritto d’autore, la legge estende la protezione anche alle opere dell’ingegno (tutela del diritto d’autore) create con l’ausilio dell’IA, a condizione che possiedano un originale contributo intellettuale umano. Questo innesta una forte riflessione sul confine tra apporto umano e generazione automatica.

Ad oggi, la Legge n. 132/2025 segna un passo significativo per l’Italia nel panorama delle politiche pubbliche sull’intelligenza artificiale: non semplicemente un adeguamento all’Europa, ma una scelta di principio che afferma il ruolo centrale dell’uomo, della responsabilità e dei diritti nella convivenza con sistemi intelligenti. Molte delle questioni più delicate restano affidate ai decreti legislativi che sono in arrivo nei prossimi mesi.

Per i professionisti occorre alzare il livello di attenzione rispetto alle linee di principio che poi si trasformeranno in azioni concrete per la conformità normativa. Il primo passo operativo da fare è nella direzione della consapevolezza e per questo motivo diventa necessaria la formazione dei dipendenti sull’uso corretto e sicuro delle tecnologie di IA, al fine di garantire conformità alle normative e ridurre i rischi organizzativi, legali e reputazionali.